Franco Paolucci – Ipse dixit
A che serve “sapere” se non si sa a che serve?
A che serve “sapere” se non si sa a che serve?
Le opere letterarie possono essere intese e fraintese in vari modi. Per lo più l’autore di un’opera non è competente a stabilire in qual punto termina la comprensione dei lettori e dove incomincia il malinteso. Qualche autore ha già trovato lettori per i quali la sua opera era più limpida che per lui stesso. D’altro canto in certi casi anche i malintesi possono essere fecondi.
Chi crede di possedere la “verità” è solo uno che, fortunatamente, è a passeggio nel giardino della verità. Non basta una vita per girarlo tutto e noi abbiamo una sola vita. Figuriamoci cosa possa essere possederlo.
Chi ha molto non ha nulla di più che un prestito gratuito a vita concessogli dall’alto. Questo principio accompagni sempre ogni nostro pensiero.
Henri Daniel-Rops: Ritrovare la purezza non nella coscienza ma in ciò che la nega: questo è stato il tentativo di Rimbaud, come di qualcun altro del suo stampo.
Scrivere con la trasparenza dell’acqua e la prepotenza del fuoco.
Sono depresso: nessuno intercetta le mie telefonate.