François Truffaut – Felicità
La felicità è la cosa più semplice, ma molti finiscono per trasformarla in lavori forzati.
La felicità è la cosa più semplice, ma molti finiscono per trasformarla in lavori forzati.
Cosa ci gridano dunque l’avidità e l’impotenza se non che un tempo nell’uomo c’è stata un’autentica felicità, di cui ora gli rimangono il segno e l’impronta vuota, che egli tenta invano di riempire con tutto quanto lo circonda, promettendosi dalle cose assenti l’aiuto che non ottiene da quelle presenti, ma invano, perché questo abisso infinito non può essere colmato che da un’infinita e immutabile realtà, cioè Dio stesso.
Felicità, improvvisa vertigine, illusione ottica, occasione da prendere, parcheggiala senza frecce o triangolo, tutti dormono già e si è spento il semaforo. Ieri a te, oggi io sono il prossimo, quanto durerà, io lo chiedo agli altri ma si vede che c’era un filo invisibile, se n’è andata via, resta la scenografia.
Ma la felicità è così! Una sottile alchimia tra le cose che sai e quelle che ignori.
Di giorno, di notte senza fari, urlando a perdifiato, spavaldi, padroni di tutto, padroni della vita.
La felicità attimi presi in prestito per poter sperare nell’appartenenza del sempre!
Non ho mai provato molta avversione per quelle illusioni inoffensive che tendono a renderci più felici.