Frank Herbert – Destino
Due bambini, pensò Paul meravigliandosi. Nella visione c’era stata soltanto una figlia.
Due bambini, pensò Paul meravigliandosi. Nella visione c’era stata soltanto una figlia.
Il momento della vittoria sottende un’attesa d’inerzia che esalta la conquista verso lo scopo, parimenti, accende e brucia l’istante prima del successo e della gloria regalandoci alla dannazione e al tormento: fino alla fine…
E poi succedono quelle piccole cose che ti portano a Pensare che il destino c’entra eccome, che tutto il bello torna, che siamo legati al passato per entrare nel futuro.
Il miglior viaggio è quello che non conosci, dentro probabilmente c’è il sapore di ciò che vorresti sapere, solo il coraggio di viverlo può aiutare a scoprirlo.
Quante persone diverse, ognuna con il proprio essere, il proprio apparire. Ognuna di esse cammina senza sapere cosa le aspetta, di li a poco. C’è chi cammina a testa bassa sperando di trovare qualche centesimo, c’è chi cammina guardando negli occhi le persone vicino. Nessuno di queste sa cosa le aspetta di li a poco. Nessuno di questi sa di essere guardato da un destino comune.
Tutti sono autori del proprio destino. Perciò non guardare con tristezza al passato. Perché non tornerà.
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso il destino, quando, d’un tratto, esplode.