Gabriele D’Annunzio – Angelo
Un angelo o un demone della notte soffia sull’incendio chiuso del mio occhio perduto.
Un angelo o un demone della notte soffia sull’incendio chiuso del mio occhio perduto.
La Morte è qui, e la Morte è là; da per tutto la Morte è all’opera; intorno a noi, in noi, sopra di noi, sotto di noi è la Morte; e noi non siamo che Morte….Da prima muoiono i nostri piaceri, e quindi le nostre speranze, e quindi i nostri timori; e quando tutto ciò è morto, la polvere chiama la polvere e noi anche moriamo.
Un giorno passeggiando tra la confusione dell’irrealtà, mi accorsi che non ero più solo. Non riuscivo a comprendere perché sentivo questo. Poi i miei occhi umidi videro un Angelo, cosi dolce, bello, che con il suo volermi bene, asciugò le mie lacrime, e sanò le mie ferite, e da quel giorno io capi che solo non ero più perché da allora ci sei Tu.
La pietà che mi venisse da voi mi sarebbe più cara della passione di chiunque…
Io non sono un’angelo… ma se lo fossi… vorrei essere il tuo, così ti dissi una volta ed è un pensiero che tengo ancora nel mio cuore anche se tu ti sei allontanato da me.
Tu fai diventare il diavoletto che è in me un dolce angioletto da amare, amami e portami nel tuo paradiso…
Chi non ama gli animali non è mio amico. Potrei persino amarlo, ma non averlo per amico.