Gabriele D’Annunzio – Stati d’Animo
Egli aveva in sé i germi di tutte le infezioni. Corrompendosi, corrompeva.
Egli aveva in sé i germi di tutte le infezioni. Corrompendosi, corrompeva.
In ognuno di noi esiste una parte sana, senza nei, pulita e una malata. Basta localizzarle, avere intuito, l’una tenta sull’altra il sopravvento. Sono i globuli rossi e quelli bianchi, in principio in equilibrio perfetto. Entrambi sono guerrieri, combattenti, se uno cade l’altro è in ascesa. È una lotta senza quartiere per la sopravvivenza, non risparmia colpi, porta all’auto distruzione. Si definisce tormento. Per la legge della natura che regola le creature e che è spietata, la murena che sorprende il granchio poco astuto, è preda anch’essa, generandosi altre nascite infinite.
Questa candela è la speranza che abbiamo nel cuore, è quella luce che non vuole smettere di brillare. È quella voglia di non mollare. È quella fiamma che riscalda i nostri cuori. Questa candela è il simbolo di un domani migliore, è la gioia è la felicità, è la serenità che auguro a tutti voi.
La ragione per cui tutti noi amiamo parlare così bene di noi stessi è che abbiamo timore di noi stessi. La base dell’ottimismo è il terrore puro.
I miei errori? Loro mi insegnano. Sono io che non imparo. Forse mi convenga farne molti, molti altri. Fino a quando non imparerò ad imparare.
Non servono grandi cose, sono i piccoli gesti che ti rendono un grande.
Ignoriamo il male ricevuto, perché ci si illude che andrà in modo diverso in un altro tempo sempre a credere che arriverà il momento in cui rivedremo un sorriso, ascolteremo una voce a noi cara, non vogliamo pensare che se in un cuore non abbiamo spazio è solo illusione pensare di esserci stati anche per poco. Non pensiamo che un posto era riservato dentro noi per una folle idea di essere davvero amati e ci accomodiamo in un sogno in cerca di emozioni che fanno compagnia.