George Bernard Shaw – Religione
Il punto di vista secondo cui il credente sarebbe più felice dell’ateo è assurdo, tanto quanto la diffusa convinzione che l’ubriaco è più felice del sobrio.
Il punto di vista secondo cui il credente sarebbe più felice dell’ateo è assurdo, tanto quanto la diffusa convinzione che l’ubriaco è più felice del sobrio.
C’è un tempo giusto per piangere, c’è un tempo giusto per ridere. C’è un tempo giusto per camminare, c’è un tempo giusto per fermarsi. C’è un tempo giusto per pensare, c’è un tempo giusto per agire. C’è un tempo giusto per ascoltare, c’è un tempo giusto per parlare. C’è un tempo giusto per correre, c’è un tempo giusto per riposare. C’è un tempo giusto per vedere, c’è un tempo giusto per chiudere gli occhi. C’è un tempo giusto per dare, c’è un tempo giusto per avere. C’è un tempo giusto per gridare, c’è un tempo giusto per fare silenzio. C’è però un tempo sempre giusto: quello vissuto col Signore.
Né mi dimentico della casa e dei parenti nostri, tanto vivi, quanto morti. Nessuno dei miei penserà tanto a me, quanto io penso a ciascuno di loro quotidianamente e li raccomando a Dio.
Monsignore scusi, ma a sentirla, anche Dio si confonde.
Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all’altro, non raggiungerebbero una conclusione.
L’eterno entra nel tempo, il tutto in un frammento, Dio assume il volto dell’uomo.
La religione consiste in una serie di cose che l’uomo medio pensa di credere e di cui desidererebbe essere certo.