George Bernard Shaw – Religione
Una è la religione, benché le sue versioni sian cento.
Una è la religione, benché le sue versioni sian cento.
Cade la sera, arriva la notte come ogni giorno faccio la mia preghiera. Prego Dio per la giornata che mi è stata concessa, per darmi saggezza, perché le cose mi vadano bene. Grazie Dio perché so che tu ci sarai sempre al mio fianco. Perché credo in te, perché tu sei mio padre celestiale. Grazie per non farmi mollare alla prima difficoltà. Grazie Dio perché non mi abbandonerà mai.
La chiesa e Dio sono molto vicini, come due rette parallele, che però mai si incontreranno.
Credere in un Dio per ambire alla ricompensa di un ipotetico paradiso non è altro che un mero scambio di voti.
“… Indubbiamente il nostro credo è il risultato dell’ambiente che ci circonda. Vi sono coloro che vengono educati a negare Dio sin dall’infanzia e coloro che vengono educati a credere in Dio, com’è per la maggior parte di voi. Dunque formuliamo un concetto di Dio a seconda della nostra educazione… ovviamente dunque, fino a quando non comprendiamo il meccanismo del nostro pensiero, i fieri concetti di Dio non hanno nessun valore…”
Giustamente gli antichi dicevano che pregare è respirare. Qui si vede quanto sia sciocco parlare di un “perché”. Perché io respiro? Perché altrimenti morirei. Così con la preghiera.
Esistono posti dove la nostra anima si alleggerisce da ogni male; dove ci si sente più vicini a chi può amarci incondizionatamente.