Giampiero Ferrante – Vita
Tutti nel cuore abbiamo il desiderio di fare il bene, ma la mente orgogliosa ci porta sempre a compiere il male che non desideriamo nell’anima.
Tutti nel cuore abbiamo il desiderio di fare il bene, ma la mente orgogliosa ci porta sempre a compiere il male che non desideriamo nell’anima.
La vita è simile a una sigaretta. Tutti l’accendiamo allo stesso modo; c’è chi la fuma lentamente, chi intensamente.Eppure è solo l’ultima boccata a lasciare il sapore in bocca.
Prenditi tutto ciò che vuoi. Fallo in questa vita, non te ne sarà data un’altra.
La gioia della vita sta nel rivedere sorgere il sole, giorno dopo giorno.
Quando la nebbia dell’ignoranza sarà dispersa dalla meditazione, riconoscerete la giusta via.
La vita è un’instabile, zoppicante danza ballata su una barcollante altalena che oscilla sull’asse di una dialettica continua mantenuta da due corde sfilacciate: boh e mah!
“Ecco le tue solite fantasie – disse Alberto – tu esageri tutto, e in questo caso hai per lo meno il torto di paragonare il suicidio di cui ora è questione, con delle grandi gesta, mentre esso non può esser considerato che come una debolezza, poiché certo è più facile morire che sopportare con fermezza una vita dolorosa”.Ero sul punto di interrompere il discorso, perché niente mi mette così fuori dei gangheri come vedere qualcuno armato di insignificanti luoghi comuni mentre io parlo con tutto il cuore. Pure mi contenni, perché molte volte ho sentito addurre quell’argomento e me ne sono indignato; risposi dunque alquanto vivamente: “Tu lo chiami una debolezza? Ti prego, non lasciarti ingannare dall’apparenza. Puoi chiamare debole un popolo che geme sotto il giogo di un tiranno se, infine, fremendo, spezza le sue catene? Un uomo che nel terrore di vedere la sua casa in preda alle fiamme sente le sue forze centuplicate, e solleva facilmente dei pesi che a mente calma potrebbe appena muovere? E uno che nel calore dell’offesa ne affronta sei, e li vince, tu lo chiami debole? E, mio caro, se lo sforzo costituisce la forza, perché lo sforzo supremo dovrebbe essere il contrario?”