Giampiero Piovesan – Stati d’Animo
In me nascondo il mistero di me.
In me nascondo il mistero di me.
Non sono stata mai una persona perfetta, sono piena di difetti, di paure e di dubbi. Ho il maledetto vizio di nasconderli, per paura di essere ferita. Ma poi capisco che non serve a niente, tanto quando il colpo ti arriva dritto al petto il dolore lo senti comunque.
Cosa mi sta succedendo? Chi sto diventando? Mi sento doppia, come se una parte di me avesse iniziato a guardarmi, a osservare la mia vita.
Pensieri stabili come prigioni dalle quali evadere, nelle quali l’ora d’aria ti toglie l’aria. Non v’è via di fuga da un’ossessione se non la sua sublimazione.
Un bambino cieco dalla nascita non sa nemmeno di essere cieco finché non glielo dice qualcuno. Anche allora si crea un concetto perlopiù accademico di che cosa possa essere la cecità. Solo chi ha perduto la vista può averne un’idea chiara. Ben Hanscom ignorava il significato della solitudine, perché quella era da sempre l’unica dimensione della sua vita. Se la condizione fosse stata nuova o più localizzata, avrebbe potuto capire, ma la solitudine racchiudeva la sua vita e la travalicava.
Come un treno in corsa, niente mi può fermare, mi sono fatto le ossa, è tempo di caricare.
Lì, ove c’è imbarazzo della scelta, una forte fonte di attrazione assume un significato infinito ed incomprensibile.