Gianluca Menegazzo – Filosofia
Nel difficile di ogni realtà volerla superare è il primo passo verso il successo.
Nel difficile di ogni realtà volerla superare è il primo passo verso il successo.
Guardandomi dietro, senza peccare di presunzione, vedo solo me stesso girato.
Il pensiero è solo un flash di luce in una lunga notte, ma questo lampo è tutto.
Ricerco la felicità perché comunque il dolore non ha quasi mai smesso di trovarmi.
Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità.
Mi pare, del resto, che l’atteggiamento pessimistico si addica di più che non quello ottimistico all’uomo di ragione. L’ottimismo comporta pur sempre una certa dose di infatuazione, e l’uomo di ragione non dovrebbe essere infatuato. E poi il pessimista non raffrena l’operosità, anzi la rende più tesa e diritta allo scopo. Tra l’ottimista che ha per massima: “Non muoverti, vedrai che tutto si accomoda”, e il pessimista replicante: “Fà d’ogni modo quel che devi, anche se le cose andranno di male in peggio”, preferisco il secondo.
Tagliare i fili da ciò che ci rende stupidamente liberi ci fa capire di essere sempre marionette nelle nostre stesse mani.
Guardandomi dietro, senza peccare di presunzione, vedo solo me stesso girato.
Il pensiero è solo un flash di luce in una lunga notte, ma questo lampo è tutto.
Ricerco la felicità perché comunque il dolore non ha quasi mai smesso di trovarmi.
Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità.
Mi pare, del resto, che l’atteggiamento pessimistico si addica di più che non quello ottimistico all’uomo di ragione. L’ottimismo comporta pur sempre una certa dose di infatuazione, e l’uomo di ragione non dovrebbe essere infatuato. E poi il pessimista non raffrena l’operosità, anzi la rende più tesa e diritta allo scopo. Tra l’ottimista che ha per massima: “Non muoverti, vedrai che tutto si accomoda”, e il pessimista replicante: “Fà d’ogni modo quel che devi, anche se le cose andranno di male in peggio”, preferisco il secondo.
Tagliare i fili da ciò che ci rende stupidamente liberi ci fa capire di essere sempre marionette nelle nostre stesse mani.
Guardandomi dietro, senza peccare di presunzione, vedo solo me stesso girato.
Il pensiero è solo un flash di luce in una lunga notte, ma questo lampo è tutto.
Ricerco la felicità perché comunque il dolore non ha quasi mai smesso di trovarmi.
Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità.
Mi pare, del resto, che l’atteggiamento pessimistico si addica di più che non quello ottimistico all’uomo di ragione. L’ottimismo comporta pur sempre una certa dose di infatuazione, e l’uomo di ragione non dovrebbe essere infatuato. E poi il pessimista non raffrena l’operosità, anzi la rende più tesa e diritta allo scopo. Tra l’ottimista che ha per massima: “Non muoverti, vedrai che tutto si accomoda”, e il pessimista replicante: “Fà d’ogni modo quel che devi, anche se le cose andranno di male in peggio”, preferisco il secondo.
Tagliare i fili da ciò che ci rende stupidamente liberi ci fa capire di essere sempre marionette nelle nostre stesse mani.