Gianluca Menegazzo – Vita
Per quanto la tragedia di una vita si consuma lentamente è quasi impossibile non essere spettatori di una misfatta senza accorgersene, mai fermare l’anima prima del corpo.
Per quanto la tragedia di una vita si consuma lentamente è quasi impossibile non essere spettatori di una misfatta senza accorgersene, mai fermare l’anima prima del corpo.
La vita è ingiusta, perché non sfruttare quest’ingiustizia a nostro favore?
Tante brevi albe nelle mani, tanti gesti maniaci per dileguare l’insonnia sotto la notte rimbalzante del lenzuolo, dirimpetto alla scalinata dove ogni gradino è il piatto della bilancia, dirimpetto agli uccelli svettanti contro i borri, la greve stella del bel tempo si svena.
La vita è un soffio, una boccata di ossigeno.Non trattenere il fiato, respira intensamente.Prendi più ossigeno che puoi e vivila attimo per attimo.
I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare, perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità.
Cammino la vita a piedi scalzi, per non perdere il contatto con l’incredibile. Non vi appartengo più, e non vi siete accorti.
Autoironia: l’unica salvezza, contro tutti gli ostacoli e le noie, che la vita, puntualmente, ci sbatte in faccia!Sta di fatto, che a noi, autoironici, gli argomenti non mancheranno mai…