Gianni Dalia – Sorriso
Non vivere senza sorridere, c’è gente che vive del tuo sorriso.
Non vivere senza sorridere, c’è gente che vive del tuo sorriso.
Il sorriso viene dalle cose semplici. Dai ricordi, per esempio. Dal pane e marmellata della merenda da bambini. Dal gessetto che tracciava un percorso “saltellante” sull’asfalto, dai cartoni di Heidi, dalle filastrocche un po’ stonate. Dall’esserci salvati dalla punizione di andare dietro la lavagna, con la faccia rivolta verso il muro. Un sorriso macchiato di Nutella o della mamma che ci abbraccia per un bel voto. Dei cavalli a dondolo e della piscina di Barbie. Della Befana cui fingevamo di credere, sapendo benissimo che era la mamma a suonare il campanello. Il sorriso del pane e pomodoro fresco quando ti fermavi per un giorno intero sulla riva del male, della sabbia dentro al costume che prendeva vita propria e si muoveva. Il sorriso di te che disegnavi su fogli bianchi un mondo e avevi il coraggio e l’ardire, come tutti i bimbi, di dar vita a bambole e sogni. Il coraggio di alzarsi pimpanti dal letto alla domenica mattina. Il sorriso dei ricordi; Il sorriso nostalgico di alcuni profumi.
Io non voglio solo spalle su cui piangere, voglio spalle su cui ridere.
Il riso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano.
Komatsu fece un sorriso che sembrava essere tirato fuori dal fondo di un cassetto che si apre di rado.
Il mio quadro preferito non è quello dove in un tramonto il cielo si colora di un rosso vivo, o dove la notte buia avvolge tutto nelle sue tenebre, ma quello che raffigura il giorno con la luce dei tuoi pensieri e la serenità e la comprensione delle tue parole.
Oggi ho capito il senso del sole, quando ha irradiato il tuo indescrivibile sorriso.