Gianni Marcantoni – Ricordi
Ricordavano i tempi passati come se tutta la loro vita fosse rimasta lì a dondolare tra il nulla del tempo e l’aldilà.
Ricordavano i tempi passati come se tutta la loro vita fosse rimasta lì a dondolare tra il nulla del tempo e l’aldilà.
I nostri ricordi sono indici d’archivio che vengono consultati e poi rimessi a posto in disordine da autorità che noi non controlliamo.
Ognuno di noi ha il suo passato e siamo tutti un po vincolati da esso, per tutto quello che abbiamo vissuto e che vorremmo rivivere.
Che poi di notte se non riesci a dormire è un casino: ti si affollano i pensieri, s’insinuano i ricordi e poi a me sembra che nel buio della notte i ricordi si vedano meglio, sarà che tu sei un ricordo cosi vivo! Se chiudo gli occhi sento il tuo odore, sento la tua pelle sotto le mie dita, poi riapro gli occhi: ancora il buio e io arranco tra la folla di pensieri, col tuo ricordo che mi insegue, io scappo e poi cado. Cado nel sonno, un po’ cullata e un po’ tormentata da un ricordo, solo un maledetto ricordo.
Dovremmo soffermarci ad ascoltare le persone a noi care, quelle che non incontriamo da parecchio tempo, hanno sempre qualcosa di dimenticato da raccontare, qualcosa che ci appartiene, qualcosa di nostro.
Il ricordo del piacere non è più piacere. Il ricordo del dolore è ancora dolore.
O ricordo, ricordo: che cosa vuoi da me?