Gichin Funakoshi – Sport
Karate, non attacca mai per primo.
Karate, non attacca mai per primo.
Cosa ti porta a uscire per correre?Riesco ad osservare e percepire le enormi potenzialità inespresse che la mente umana possiede, intravedo stati mentali di profonda consapevolezza e beatitudine, di presenza di vivere.
Mah, secondo me il rigore era nettamente netto.
Oppiomani e nuotatori avevano la medesima tendenza a considerarsi degli esseri solitari, remoti, superiori alle menti ottuse e convenzionali; le descrizioni delle loro esperienze si avvicinano a quelle di chi ha appena esplorato un territorio ignoto, e ritorna per stupirci con le sue scoperte… Era come se l’acqua, similmente all’oppio, innalzasse i nuotatori a un’esistenza di livello superiore, garantendo loro un rifugio dall’odiata vita di tutti i giorni.
Se non si corre con la mente, il corpo non ne regge il peso.
Sono solo quando sono qui, sono solo con il mio stato d’animo, con i miei limiti, le mie debolezze. Sono solo un uomo, forse più testardo della norma. Sono solo un individio con un istinto animale che in me urla più forte. Sono semplicemente quello che non sei tu. [in palestra].
La qualità principale necessaria ai nuotatori – mi disse ancora Rose – è quella di “sentire l’acqua”. Essi dovrebbero usare braccia e gambe come i pesci le pinne, e saper avvertire la pressione dell’acqua sulle mani per mantenerla nel palmo durante la bracciata, senza lasciarla scivolar via tra le dita. Rose credeva che potessero avere successo solo quelli che, come i rabdomanti, avevano un’affinità naturale con l’acqua. Talvolta poteva diventare un’ossessione, come nel caso di Rick de Mont, che con il suo stile perfetto vinse una medaglia d’oro nel 1972… Ora vive a Tucson, ai margini del deserto dell’Arizona, e si dedica alla “ricerca spirituale dell’acqua”. Come un veggente, riesce a percepire dove è probabile che nel deserto, dopo una pioggia, scaturisca improvvisamente un ruscello, e registra la sua momentanea presenza con degli acquerelli. Grandi quadri a olio, ispirati dai suoi sogni, rivelano indistinte figure di pesci preistorici che nuotano nei fiumi della giungla. De Mont ama il suono dell’acqua, ama sentirsela sulle mani e sulle gambe e, come i sogni, essa lo “costringe” a esprimersi.