Gigliola Perin – Stati d’Animo
Io vedevo i tuoi occhi, il tuo viso. Sentivo. Ma non la tua voce. Ascoltavo le nostre emozioni.
Io vedevo i tuoi occhi, il tuo viso. Sentivo. Ma non la tua voce. Ascoltavo le nostre emozioni.
Ho cercato di capire la vita ma la mattina mi da risposte diverse della sera, ho cercato di capire l’amore e il cuore batte un colpo al secondo per per dirmi che si può amare, ho cercato di capire le donne ma non sarei un uomo se ci avessi capito qualcosa, ho cercato di capire gli uomini e rimpiango il fatto di non essere nato donna.
Io non giudico e non mi discolpo dalle mie azioni, ma si dovrebbe guardare a volte anche da cosa derivano. Non sono fatta per fingere e tanto meno per tacere a lungo di fronte a cose che non vanno solo per rispetto a qualcuno che a mio modesto parere tanto rispetto per me forse non ne ha avuto!
Sono stanca dei mazzi di fiori arzigogolati, voglio una rosa del vu cumprà, comprata sull’onda di una risata.
E poi ci sono quei giorni in cui ti senti sballottata dalla vita che gioca con i tuoi pensieri e ti tiene sospesa senza pietà sulla linea dell’incertezza.
Chiesi un dono questa notte. Non parlava di pace e serenità. Non chiesi amore, non volevo ricchezza. Chiesi che per un solo giorno la mia anima fosse libera dal dolore.
Poi guardi il mondo, leggi sentenze negli occhi della gente, pronte a puntare il dito su chi si muove nel “suo mondo” fuori dalle righe di una società conformata, e ti rendi conto che un giudizio, se anteposto ad un fatto, genera mostri. Sempre.