Gino Rendola – Stati d’Animo
Com’è strano: ci pensiamo e non ci cerchiamo nella mano. Che male al cuore.
Com’è strano: ci pensiamo e non ci cerchiamo nella mano. Che male al cuore.
Io non credo nella notte. Non credo a quando mia mamma mi vieta di rientrare a mezzanotte perché ha paura delle persone che ci possono essere a quell’ora. Io credo che se qualcuno mi deve fare o dire qualcosa lo faccia anche alle cinque, sei, sette, anche bussando alla porta di casa. E comunque essere abbandonata nuda al freddo tra le stelle non farà mai male quanto di quando m’hai abbandonata.
Non c’è modo d’essere se non esisti. Il buio ha stretto la mano al nulla, e la follia regna nella mente consapevole che non ha limiti.
Non tutti usiamo il cuore per amare, eppure tutti ne abbiamo uno.
Sono i voli improvvisi quelli che regalano le emozioni più profonde.
Sono troppo lucido per ubriacarmi.
E poi dicono che uno sbaglia a lamentarsi dei servizi pubblici. È da quando ero bambino che aspetto il treno della felicità.