Giorgio De Luca – Religione
Ieri, tutto era stato irrimediabilmente scritto.Oggi, si sono dimenticati tutti di leggerlo…
Ieri, tutto era stato irrimediabilmente scritto.Oggi, si sono dimenticati tutti di leggerlo…
Dio mi parla con la voce del mare.
“Tendiamo insidie al giusto, perché ci è d’imbarazzo”. Non si tratta di odio gratuito, ma di odio interessato: il giusto è odiato per la sua giustizia. La giustizia dà fastidio e deve essere tolta di mezzo. I persecutori sono pure atei, dato che sono sicuri che Dio non farà nulla per difendere il giusto: ateo non è (solo) chi pensa che Dio non esiste, ma anche chi pensa che è impotente o indifferente.
Le religioni hanno sempre una domanda alle loro risposte.
Il mio Dio è arrivato scalzo: aveva i piedi di un fanciullo e gli occhi fragili di una madre che aveva pianto, guardava oltre, senza dirmi una parola; profumava di mare e ad ogni mia richiesta mi rispondeva con un sorriso. Un giorno chiesi al mio Dio: dove ti posso pregare? E lui mi rispose: ho bisogno di piccoli gesti, ho bisogno che tu cammini su di me leggera e ti accorga che la mia chiesa è la volta celeste i miei altari sono montagne di boschi, gli animali i miei angeli. Tu stai vivendo in me ed io in te. Non ho bisogno di parole. Ho bisogno di silenzi d’amore.
Signore, concedi ai governanti di cercare vie all’armonia e alla condivisione fra i popoli.
Non dite che siete peccatori, che avete troppe miserie e che perciò non potete accostarvi alla Santa Comunione. Sarebbe come dire che siete troppo ammalati e che perciò non volete né medici né medicine.