Giorgio De Luca – Tristezza
Le pagine del dolore sono quelle che non potranno mai essere dimenticate né cancellate.
Le pagine del dolore sono quelle che non potranno mai essere dimenticate né cancellate.
E poi ci sono quei momenti in cui sei felice, non ti manca nulla, hai tutto quello che ti serve, come le attenzioni, l’affetto e la dolcezza. Ma non ti basta, perché ti manca qualcosa che il cuore sa, e non lo rivela con le parole ma con i gesti.
Che il rancore renda forti è una facile illusione, un pretesto per anestetizzare il dolore di una delusione.
Alcuni mi appaiono così fusi con la loro condizione di “dolore” permanente, da farmi ritenere che la cosa veramente dolorosa per loro sarebbe perderlo.
Mi disse “fidati”. Fu l’errore più grande. Mi frantumò il cuore.
Occhi nella notte che sperano nella quiete di trovare un appiglio, stringo i pugni perché il sereno della vita non è per me. Spilli pungenti di dolore è la notte che s’insinua tra le pieghe della mente che s’arroventa al lume di una candela, trovando l’ultima rima ad un’agghiacciante poesia. Mani fredde non scaldano la penna, mentre le luce della notte spengono i rumori e finalmente riposano anche le foglie che nel vento danzavano riflesse come cristalli su vetri frantumati. Vorrei annodare i fili dispersi della vita, mi perdo invece nelle paure per cercare me stesso. Vive in me una poesia che mi divora a tradimento, impossessandosi del passato; e mentre inseguo desideri assenti sprofondo nel pozzo della notte che m’inghiotte, chiudo la porta alla luce che il mondo ha lasciato accesa per me.
L’amore è come la droga: prima ti rende felice e poi ti uccide.