Giorgio Faletti – Guerra & Pace
L’uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso.
L’uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso.
Mi avrai vinta solo quando il mio orgogliosarà rimosso dalle mie ossa!.
Il lume della ragione si spegne dal momento in cui tutti vogliono per forza avere ragione.
Che strani questi umani, spendono tanto per la ricerca delle armi e pochissimo per la ricerca alla salute! Passiamo ad un altro pianeta!
L’imperfezione mi veste, mi investe, non seguo regole per dimostrare agli altri la mia perfezione, seguo ciò che mi indica il cuore. Sincerità e rispetto sono le uniche priorità che seguo. Non mi piacciono schemi indotti o proposti per sembrare migliore. Mi piace essere quella che sono, imperfetta, ma con l’amore nel cuore.
Ridevano. Ma la verità è che erano giovani, e i giovani hanno un’idea vecchia della guerra. Onore, bellezza, eroismo. Come il duello tra Ettore e Aiace: i due principi che prima cercano ferocemente di uccidersi e poi si scambiano doni. Io ero troppo vecchio per credere ancora in quelle cose. Quella guerra la vincemmo con un cavallo di legno, immane, riempito di soldati. La vincemmo con l’inganno, non con la lotta a viso aperto, leale, cavalleresca. E questo a loro, ai giovani, non piacque mai. Ma io ero vecchio. Ulisse era vecchio. Noi sapevamo che vecchia era la lunga guerra che stavamo combattendo, e che un giorno l’avrebbe vinta chi sarebbe stato capace di combatterla in un modo nuovo.
Adoro l’arte della guerra, ma quella dove non escono vittime, solo persone migliori.