Giorgio Gatto – Felicità
Chi veramente non ha mai sofferto, non può apprezzare la vera felicità.
Chi veramente non ha mai sofferto, non può apprezzare la vera felicità.
Oggigiorno si preferisce il piacere immediato alla felicità futura.
Non c’è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità.
La vita e la felicità erano le facce di una moneta che un giorno qualcuno, per dispetto, fece in modo che questa ruotasse continuamente su sé stessa, per impedire che entrambe si incontrassero. Ma ad un certo punto, la vita fu stanca di girare a vuoto, e raccogliendo tutte le sue forze riuscì a stringere la mano alla felicità. Una volta ricongiunte, divennero invincibili e rotolando di pari passo riusciranno a scalare persino la montagna delle avversità, e una volta giunte in cima vissero nuovamente in perfetta armonia come all’inizio dei tempi.
Non vi è né felicità né infelicità a questo mondo, è soltanto il paragone di uno stato ad un altro, ecco tutto. Quegli solo che ha provato l’estremo dolore è atto a gustare la suprema felicità. Bisognava aver bramato la morte, Maximillien, per sapere quale bene è vivere. Vivete dunque e siate felici, figli prediletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Iddio si degnerà di svelare all’uomo l’avvenire, tutta l’umana saggezza sarà riposta in queste due parole: aspettare e sperare.
Non cercare la felicità nelle “cose”. Le cose sono cose: mai abbracceranno le tue lacrime, né i tuoi sorrisi.
A quelli che sanno guardare solo avanti, a quelli che quando cercano di esprimere un pensiero ne stanno pensando già un altro, a quelli che amano la sfida più della vittoria, a quelli che sono eternamente trasportati dal desiderio, a quelli che non si accontentano, a loro non è destinata la felicità.