Giovanni Carotenuto – Tristezza
Nulla è più triste dell’allegria al suo culmine.
Nulla è più triste dell’allegria al suo culmine.
A dolori estremi, estreme carezze.
La vita non è qui sui marciapiedi di questa città, con la noia e la nostalgia per compagnia, con la malinconia che uccide a questa età. E tu, in cerca di un posto che non c’è, e la voglia di andar via da tutti, anche da te con il cuore che si scuoia cercando quel che non ha e intanto in cielo un sole che non c’è è tramontato già, un altro giorno è passato ed è sera già.
Che tristezza quando urli a squarciagola che hai la verità e non vieni creduta, perché qualcuno, prima che potessi difenderti, ha sporcato la tua immagine e le tue azioni con la calunnia.
Nella solitudine, come nelle sofferenza, non guardarti intorno non ne hai bisogno perché chi ti vuole bene sa farsi sentire.
Collezionista di delusioni, ecco cosa sono io, le metto accatastate una sopra l’altra, le guardo e penso che primo o poi dovranno finire, perché io non riuscirò a contenerne un numero indefinito, rischierei di convincermi che è l’unica cosa che sono brava a trovare.
Mi sto sentendo spiritualmente sempre più come il professor James Moriarty, uno spirito asociale e selvaggio e solitario. Filippo dirà che anche lui è così ma non è così: lo so troppo bene che lo studio è il suo mestiere.