Giovanni Locci – Abitudine
Spostando lo sguardo dall’abitudine, trovai la giusta via.
Spostando lo sguardo dall’abitudine, trovai la giusta via.
Vivo da cinquant’anni accosto a mia moglie e vedo,, soltanto ora, le ali dell’Angelo.
Dobbiamo imparare a guardarci più spesso allo specchio per evitare di dare agli altri giudizi affrettati.
Cattive AbitudiniTelecomando del televisore, dell’impianto stereo, del cancello automatico, del decoder, dell’allarme, della poltrona, del lettore dvd, della telecamera, del climatizzatore…delle persone…Interruttore on-off del pc, della sveglia, della macchinetta del caffè, della luce, del telefono, del frullatore, dei fari dell’auto, della radio, del ventilatore…dei sentimenti…Circùiti moderni, precisi percorsi colorati, schede di memoria senza volto, autostrade di ricordi senza passione, corsie di elettricità senza vita, tiepida plastica infrangibile, tasti perennemente eccitati per lasciarsi indovinare distrattamente.E tu che mi sposti, mi accendi, mi chiedi, mi zittisci, mi correggi l’espressione, mi spegni ogni musica, ascolti ciò che vuoi, cambi canale se non ti piace, mi rallenti, mi riavvii, mi oscuri e mi dimentichi sotto qualche cuscino, sulla pelle solo impronte parziali.Ed è tardi. A domani. On Demand.
L’abitudine è una palude ben mimetizzata. La scorgi solo quando ormai ci sei caduto dentro.
L’abitudine è una massima vivente diventata istinto e carne.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei…