Giovanni Nebuloni – Filosofia
Osservò tanto a lungo che scomparve.
Osservò tanto a lungo che scomparve.
L’essere umano nasce con una scelta che matura nel corso della vita: perseguire ed essere fiero della sua umanità o essere invece fatale artefice opprimente della sua disumanità!
Il talento è qualcosa di innato e violento. Nasce con te e ti si sviluppa dentro. Non puoi farci nulla, crescete insieme, non lo puoi evitare e sfuggire da lui è un tormento reale. Uno di quelli: feroci e cattivi e ti aggredisce, stordisce e ti lacera il cuore. Talento: croce e delizia in tutti gli altri rami spesso ti lusinga e ti vizia. Qualsiasi cosa sai fare ti corre in aiuto e ti fa emergere… sfondare. Ma se sai scrivere, dove ti porta il talento? Ovunque sia spesso ti muore silente dentro.
L’eterno è morte, perché non diviene ma resta statico, l’istante è vita e segue il divenire per trasformarsi e stupire. L’infinito è, il finito sarà.
L’essenza è come scolpire una chiesa d’acqua in un granello di sabbia. Ecco perché coloro che decidono di vivere di apparenza sono come un riflesso intrappolato in bellissimo cristallo.
Le emozioni servono per soffrire, per amare, per piangere ma non per governare. Per governare ci vuole la ragione e per questo tutti i retori, i sofisti e tutte le persone carismatiche devono essere tenute lontane dalla poilitica, perché quando la fascinazione delle folle sostituisce l’argomentazione, collassa la democrazia.
Un fiore mi ha detto che vorrebbe stare in un cumulo di terra in una stanza… perché capita che chi è sempre fuori libero desidera di stare dentro. Costretto!