Giovanni Verga – Acqua
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l’aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi dal farci torto non serve spesso che a rinvigorirla. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, provi il bisogno d’isolarti, assai meglio di come se tu fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che son diventate patrimonio della tua mente.
E Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: “Non mi importa dove va l’acqua, purché non vada nel vino.”
L’acqua è buonissima, soprattutto la domenica mattina.
Il mare è il più grande spettacolo a cui un uomo può assistere poiché, con i suoi infiniti movimenti, riesce a mettere in scena tutti i possibili stati d’animo che un essere vivente possa provare.
È strano che “il Serpente” voglia bruciare quel libro. Non sa, forse, che il fuoco…
Non potrai mai apprezzare il beneficio dell’acqua se non hai mai sofferto la sete…