Giovannino Guareschi – Stati d’Animo
Chi lotta duramente per racimolare l’indispensabile, ha bisogno di evadere dalla sua miseria conquistando qualcosa di superfluo.
Chi lotta duramente per racimolare l’indispensabile, ha bisogno di evadere dalla sua miseria conquistando qualcosa di superfluo.
Sono una di quelle persone che non crede al “caso”. Non ci sono coincidenze ne colpi di casualità. Sono una di quelle persone che ama a volte chiudersi in se e parlare con se stessa/o. Una di quelle persone che ama la vera compagnia. Sono lunatica, un po’ pazza e non sempre buona, ho imparato ad adeguarmi benissimo a ciò che mi circonda. Ho imparato a difendermi, ignorare, fottermene e grazie a tutto questo godermi la vita.
Oggi in giardino c’è festa, cinguettano gli uccellini, volano qua e là, senza una direzione. Si rincorrono, salgono e poi scendono, allegri chiacchiericci come tumultuosa scolaresca il primo giorno di scuola. Quante cose dell’inverno avranno da raccontarsi, chissà. I primi germogli dei narcisi, i fiori bianchi e rosa del pesco, i primi getti del giglio, fiori selvatici spontanei sconosciuti che timidamente si affacciano miracolo della natura finora sonnecchiante e assente. Poi boom, un esplodere a “nuova vita”. Ammirata penso. Ecco, forse accade così anche agli esseri umani quando, per la troppa sofferenza, subiscono una sorta di trauma. Inconsapevolmente forse si appartano, si chiudono, entrano in un mondo tutto loro fatto di silenzi e di ricordi che pungono. Si sentono abbattuti, quasi sconfitti e restano lì, inermi con l’inverno nel cuore, cadono in un simbolico letargo, esattamente come in inverno la natura: vivi sì, ma dormienti in attesa di qualcosa, di un pungolo, della primavera forse, la primavera come sorta di rinnovamento, di nuova vita, di risveglio, di rinascita, la primavera come stagione di nuovi colori nuovi profumi nuovi sproni. La tanto attesa primavera nel cuore.
Perché vedo chiaramente quello che c’è oltre il mare, e non riesco a vedere con la stessa chiarezza ciò che è dentro di me?
Le parole che ingoi pesano sul cuore.
A volte penso che la gente se ne freghi di se stessa. Si perde talmente tanto di sé per scoprire tanto degli altri.
Mi lascerò cullare dalle folate di vento e pioggia, e forse al mio risveglio sarò quel bambino di un tempo.