Giulio Pintus – Tempi Moderni
Vivo un Papa, se ne fa un altro.
Vivo un Papa, se ne fa un altro.
Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.
Ripensando a un anno fa, so per certo che rifarei tutto, ma con più grinta e più carattere, senza compromessi. Io sono come sono e non mi cambierò mai, è il mio sorriso adesso che deve ritornare sul mio volto. È come un puzzle di 3000 pezzi, ci vuole pazienza nel riordinarli e a suddividerli per colore e forma, per poi intersecarli fra loro, ma per fare questo occorre molto tempo. Il tempo adesso non mi è molto amico, i miei pensieri si affollano nella testa e sembrano in confusione, attratti solo da un unico interesse, proprio quello a cui non dovrei pensare e mi fa star male. A poco servono le parole delle persone care, per cercare di aiutarmi a stare meglio, è da me che deve partire l’imput, me e solo me. Ci sono momenti in cui pecco di allegria apparente, altri di netta sofferenza, non è giusto ma è così, adesso. Vorrei essere come la fenice, morire e rinascere dalle proprie ceneri, più forte che mai.
Siamo i ragazzi che si chiudono in camera a leggere e ad ascoltare la musica, perché cerchiamo in quelle maledette frasi e in quelle melodie le risposte di cui abbiamo bisogno e qualcuno che abbia vissuto le nostre stesse situazioni, perché tutto quello di cui abbiamo bisogno è una direzione da seguire.
Più aumenta la tecnologia della “socialità” più senza accorgercene facciamo passi indietro nella vera socialità come atto stesso di vita. Questa è la cosa più triste di tutte, perché ci rende cechi di fronte alle emozioni umane.
Leggendo o ascoltando ciò che viene trasmesso dai Mass Media, ci vuole poco a rendersi conto che tutti i Paesi del mondo sono in debito. Ma chi deve avere questi soldi? E cosa se ne farà mai? Non sarebbe meglio azzerare per tutti il debito e ripartire ognuno dallo stesso livello? Sarebbe davvero una situazione peggiore di quella attuale?
La grande sete di giustizia, nel nostro amato paese, non è ad altro dovuta se non alla mancanza di possibilità di commettere ingiustizia.