Giuseppe Acciaro – Frasi su animali
Si affaccia nella radura un gruppo di cervi. Il capobranco si annuncia con il caratterisco bramito, poi si muove, timoroso e imponente. Nel contrasto vedo l’armonia.
Si affaccia nella radura un gruppo di cervi. Il capobranco si annuncia con il caratterisco bramito, poi si muove, timoroso e imponente. Nel contrasto vedo l’armonia.
Il destino ha la sua macabra puntualità. Per te la musica è finita, non c’è più la tua innata curiosità, e il vento che ha accarezzato e baciato il tuo bel musetto si è placato. Qui è rimasto tutto in sospeso, in una forma spazio temporale, tutto fermo al giorno del tuo trapasso. Mi manchi tanto amico mio caro, cerco di farmi forza e proseguire nella stupidità e banalità della mia vita quotidiana. Tu, mio unico confidente e custode dei miei più assurdi sogni, tante cose son rimaste da dire e desideri da non esprimere perché non piu realizzabili. Hai lottato come un uomo finché non eri stanco, finché hai potuto, perché nessuno è mai pronto quando c’è da andare via. Io ho pregato e bestemmiato per la rabbia, per tutta la tua agonia, e per le scelte che stava facendo Dio. Fai buon viaggio amico caro e riposa se puoi, il tuo ricordo è un sorriso che custodirò a vita, ma sempre con una lacrima nascosta nel profondo del mio cuore. L’unica mia speranza è quella di rivederti un giorno, sì cucciolo mio, fatti trovare, aspettami lì, sul ponte dell’arcobaleno, dove potremmo correre, abbracciarci e giocare insieme come facevamo in vita. Per sempre.
Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate contro gli animali sono anche scelte contro di noi?
Lo vedo correre agile tra i rami, sopra le rocce inesplorate. Immagino il suo odore di neve bagnata e pino mugo, la resina appiccicata sul suo pelo. Non ha paura delle nuvole basse, non si lascia imprigionare dai cattivi pensieri perché nella sua vita vuole solo volare dietro alle stelle. Ogni mattina sceglie la montagna da cui guardare l’alba e ogni notte si addormenta sotto a una diversa costellazione. Il cervo è indomabile, il cervo è il re: prima di tutto, il re della sua libertà. Non è la corona a renderlo grande ma lo spazio immenso e selvaggio che si porta nel cuore.
Se l’uso del cibo animale sovverte la quiete del consorzio umano, quanto è indesiderabile l’ingiustizia e la barbarie esercitata verso queste povere vittime! Esse sono chiamate a vivere dall’artificio umano solo allo scopo di vivere una breve e infelice esistenza di malattia e schiavitù, perché il loro corpo sia mutilato e violati i loro affetti. Molto meglio che un essere capace di sentimenti non sia mai esistito, piuttosto che sia vissuto soltanto per sopportare una dolorosa esistenza senza sollievo alcuno.
La morte ha un pessimo difetto: quello di non essere selettiva.
Perché dovremmo considerare di minor valore la sofferenza inflitta ad altre creature, per il semplice fatto che queste appartengono ad una specie diversa dalla nostra?