Giuseppe Catalfamo – Scienza e tecnologia
Ancora non ho sbocchi per quanto riguarda il pensiero.Ma se mi lasci il perizoma ti posso “leggere” l’uretra.
Ancora non ho sbocchi per quanto riguarda il pensiero.Ma se mi lasci il perizoma ti posso “leggere” l’uretra.
I pensieri di una persona comune valgono spesso quanto quelli di un saggio, la differenza è che quelli del saggio si ricordano, quelli della persona comune no.
Per verificare l’ipotesi che il cane ha sei zampe lo scienziato non va in giro a osservare i cani, ma va in laboratorio a crearne uno a sei zampe.
Filtro d’amore!?No grazie… senza “filtro” godicchio di più!
Cari cronisti sportivi della pedata, devote lobby televisive dal quale noi utenti carpiamo informazioni e notizie monopolizzate e simpaticamente faziose, è per voi il perdono di Padre che trasmetto da queste righe. Voi, ingrati canzonieri pilotati e ciarlatani imboccati, avete sempre occhi riguardosi e ossequiosi, sembrate sul pulpito in realtà tristemente genuflessi, lodate esclusivamente il rossonero, il bianconero, il neroazzurro, il giallorosso, poco e distratto rimane il tempo della favella per altri. Noi, che siamo il Padre di tutti voi vi perdoniamo perché il nostro sangue è Rosso e perlato dal Blu della nobiltà.
È importante fare una distinzione tra bene e male, ma tra il bianco e il nero non avrebbe senso, nessuno dei due si identifica con virtù e malvagità; come il giorno non è migliore della notte o viceversa. L’universo è costruito sopra il Tao, come un computer funziona con un flusso di 0 e 1 sostanziali sopra la materia. Neanche tra il rosso e il blu c’è questa differenza, è solo una costruzione decifrabile dalla scienza e non dalla morale. Può succedere un evento che li destabilizza entrambi, quando il criterio e la sensatezza vengono meno. Se questo evento è provocato da chi è a guardia della stabilità, cioè dal Padrone del Tao, il Serpente, le speranze di uscirne vivi sono poche. Sia il rosso che il blu, quindi, o il bianco e il nero, che dir si voglia. Se un lato della medaglia cade, l’altro lo segue a ruota, così gli altri rami o universi che si diffondono in giochi di luce riflessa da una matrice finita in corto. E questa Fine tanto osannata a chi gioverà se fine di tutto significa proprio annullamento, fine di tutto. Chi ne godrà? Materia consumata, spirito sciolto, il nulla. Nessuno schermo manderà immagini perché non esisterà più neanche lo schermo, chi lo guarda e quello che esso riproduce. Se uno dei due, lo zero o l’uno, si dissolve, lo schermo diventa… piatto. Se parlo così del serpente è perché ho tendenze fasciste? Direi che è un po’ più complicato di così, la realtà è molto più complicata, perché il fascismo lo aveva voluto il serpente. Fascio e serpente sono la stessa cosa. Un cinque o un sei o un sette sono parte della stessa numerazione. A volte ha solo bisogno di “ciccia”, di spirito e sangue per tonificare il sistema e sostenerlo. Questa volta, per farlo diventare immortale. Ma tutto è un cerchio chiuso, e anche un quadrato allo stesso tempo. Quindi, una ribellione, contro chi sarebbe? Le due parti, di fronte come ad osteggiarsi, sono la stessa persona, che si ricambiano lo sguardo. Ci sono anche gli errori di calcolo. Perché l’ha fatto l’erroruccio, alla fine, determinato dall’avidità. Ha voglia ad inventare nuovi veleni da cui estrarre e succhiare spirito per la vita eterna e la bellezza, se questo spirito è la sua morte. Il limone sarà la morte delle cozze, ma io sono effettivamente la morte sua. La mia vita lo salverà, la mia morte lo perderà. Non è mia la colpa né la volontà, ho detto mille volte di non farlo, a Cristo e a suo Padre. Fine di questi due lati della medaglia, pipistrello e serpente insieme, che poi, sempre di vampiri si tratta. Non auguro che il mio sangue gli vada di traverso, questi sono il tipo di auguri che fanno loro, ma li avverto, solo secondo leggi fisiche e scientifiche, che provocherà qualche irrimediabile indisposizione universale e dimensionale, insieme alla loro distruzione.
In psicanalisi non ci facciamo mancar nulla. L’invenzione del secolo scorso è perfetta. Vorrei idealmente consegnare l’Oscar della medicina, ramo “effetti speciali” all’inventore della patologia battezzata “fobofobia”.