Giuseppe Freda – Stati d’Animo
Un sapiente e consapevole miscuglio di disincanto e misurata volgarità è l’unico antidoto possibile al volteggiare inebriato degli ippopotami dietro le libellule.
Un sapiente e consapevole miscuglio di disincanto e misurata volgarità è l’unico antidoto possibile al volteggiare inebriato degli ippopotami dietro le libellule.
L’abbraccio è ascoltare i battiti del tuo cuore nell’altro.
Lasso, le membra adagio sul soave giaciglio. Prossima è la notte, m’accompagna a vegliar l’aurora…
I dolori sono come le nuvole temporalesche: da lontano sembrano nere, sopra di noi soltanto grigie.
Non concedere a un rimpianto il lusso di rovinarti il passato, non farti vivere il presente e non farti sognare il futuro.
Che ne sai tu della mia notte, del mio cuscino imbottito di sogni, dei miei occhi spalancati a catturarne altri.
Sono in ginocchio e mai potrei stare su un trono più alto a dominare, ché io ci ritrovo tutta la mia muta dignità e delle sferzate non mi curo, esposta al pubblico ludibrio sbeffeggiante e crudele. Sento ogni ghigno malefico alle spalle, ma anche nel chinare il capo ci si eleva. Se si può. Se si sa farlo.