Giuseppe Ierna – Sogno
E smettetela di pensare e insegnare che la vita reale è nemica dei nostri sogni, la vita reale è l’unico strumento che abbiamo per realizzarli.
E smettetela di pensare e insegnare che la vita reale è nemica dei nostri sogni, la vita reale è l’unico strumento che abbiamo per realizzarli.
Ti conoscevo con le parole. Il tuo ritratto erano parole, tu eri parole. Poi ho visto i tuoi occhi, i tuoi occhi, i tuoi occhi.
Il treno era ancora lontano quando l’alba aprì la porta ai sogni.
Il tuo sogno non è di una notte e via, ma quello che ti segue tutte le notti e tutti i giorni.
Ci ponemmo mete impossibili, sud-realiste, e le raggiungemmo.
Tu eri costante nei sogni tanto da ansimare la notte per amarti!
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.