Guido Mazzolini – Figli e bambini
Mia madre accenna un saluto con la mano. Mio padre le risponde e sorride. Gli stessi occhi, le stesse parole di una vita vicini. Certi sguardi durano per sempre.
Mia madre accenna un saluto con la mano. Mio padre le risponde e sorride. Gli stessi occhi, le stesse parole di una vita vicini. Certi sguardi durano per sempre.
Per dare a mio figlio una vita degna, sono costretto a fare una morte indegna, è il massimo dello sforzo per me ed il minimo dei vantaggi per lui.
“Qual è la persona che ti manca di più?” “Mio figlio.” “Ma dai, non sapevo ne avessi uno.” “Appunto, abita nei miei rimpianti.”
Il pregiudizio familiare è inversamente proporzionale (ma comunque correlato) al tempo (legato a sua volta allo spazio, definito come luogo fisico entro cui i componenti familiari vivono). Più cresce il tempo in cui dei soggetti vivono nello stesso ambiente, minore sarà la probabilità di scorgere eventuali evoluzioni dell’essere, in ambito psicologico e non fisico (che risulta evidente o comunque può essere posto in evidenza da chiunque). A maggior ragione quando la concezione risulta impregnata di una certa negatività di visione, riguardante alcuni aspetti, accade che la novità positiva crea un momento di stupore, ma poi passa nel dimenticatoio.
“La mamma” non è raccontarla, ma farla.
I bambini, donano affetto, donano amore ed emozioni e ti scaldano il cuore.
Chi segue i propri figli cammina loro dinanzi.