Guido Mazzolini – Libri
Scrivere è sottrarsi alla condanna di una sola vita.
Scrivere è sottrarsi alla condanna di una sola vita.
Ho scoperto tesori sul mio angolo d’isola. Li porterò con me tutta la vita, ma non li sottrarrò mai a quel luogo, perché sono sulla terra a cui appartengono… Stupisciti della luna piena, ma non cercare di portartela con te: il suo posto è in cielo. Riscaldati al sole, ma non dimenticare che non ti appartiene: appartiene a tutte le creature, grandi e piccole. Sogna pure con le stelle, ma lasciale brillare di notte nell’alto del cielo: quello è il loro posto. Non cercare di fermare il vento o di ripararti da esso. Sussurrerà alla tua anima la verità. Spalanca porte e finestre quando le scorgerai nella tua vita, così potrai tenerti sempre la tua voglia di vivere. Senza di essa, non andrai da nessuna parte. Ma più di tutto fidati di chi sei: sii sempre sincero con te stesso. Vivere la vita di qualcun altro ti condannerà ad uccidere una parte di te.
Non sempre la misoginia è indizio di spirito critico e di intelligenza. Talvolta è solo frutto di omosessualità.
La scoperta che nulla è per sempre… arriva ogni volta all’improvviso.
Aveva trascorso la vita sempre attendendo qualcosa: il ritorno del padre dal lavoro, la lettera del suo ragazzo che non arrivava, gli esami di fine anno, il treno, l’autobus, una telefonata, il giorno d’inizio e quello della fine delle vacanze. Adesso doveva aspettare la morte, la cui data era segnata.
Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest’anno non userò più. Perché mi sento un po’ più grande. Sono tante, quelle cose. Per esempio le Bratz, le Winx, i libri di Lupo Alberto, le magliette di Pinko Pallino che mia mamma mi comprava sempre anche se a me facevano rabbia, i diari segreti quelli col lucchettino che ho riempito di adesivi e scrittine varie, i libri di Geronimo Stilton, i dvd dei cartoni animati, le foto delle elementari, il calendario con la mia faccia di quando avevo cinque anni, vestita da Carnevale, bruttissima, la scatola con le perline per fare i braccialetti, il matitone di plastica delle Bratz, l’astuccio con le matite di cera, i cerchietti per i capelli coi fiori di plastica. Tutto quello che ora mi sembra inutile. Anche se ho quasi quattordici anni! Mi sento diversa da quando quelle cose mi sembravano tutto.
L’amore non è e non può essere semplice affetto, non è abitudine o gentilezza, l’amore è follia, è il cuore che batte a duemila, la luce che scende di sera in pieno tramonto, e la voglia di alzarsi al mattino solo per guardarsi negli occhi.