Gustave Flaubert – Cielo
Credo che se si guardasse sempre il cielo, si finirebbe per avere le ali.
Credo che se si guardasse sempre il cielo, si finirebbe per avere le ali.
Osservando le stelle, l’alba, il tramonto o quel breve istante in cui due labbra innamorate…
Siamo nati per mormorare al cielo la nostra luce.
Qui giace la notte, ferita dalle promesse dell’uomo uccisa dall’indifferenza di Dio.
E un giorno anche io imparerò a volare.
Salire in alto, verso il cielo, è stupendo. Da lassù tutto è infinitamente piccolo e irrilevante. Gli oggetti, le persone, i problemi.
Piove, piange il cielo sopra di noi, senza ritegno come non avesse mai piovuto, mai pianto. Disperazione del disastro inaspettato, impetuoso senza pietà, mentre la pioggia lava le nostre lacrime che ancora scendono copiose più che mai. Distrugge impietosa tutto quanto inerme è sotto di lei. Si aspetta come un miracolo che la pioggia si stanchi vergognata dalle preghiere, che implorano solo pace.