Gustave Flaubert – Stati d’Animo
Ritengo una delle fortune della mia vita il fatto di non scrivere per i giornali. Le mie tasche ci rimettono, ma la mia coscienza è soddisfatta.
Ritengo una delle fortune della mia vita il fatto di non scrivere per i giornali. Le mie tasche ci rimettono, ma la mia coscienza è soddisfatta.
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta.
L’attesa è fatta di emozioni.
Sai che c’è. C’è che mi sono rotta le palle sì. Mi sono rotta le palle di fare la brava. Da oggi non faccio sconti. Chi sbaglia paga e paga a caro prezzo! Stronza? No di più. Ma solo con chi merita questo mio lato!
Sai cosa penso? Ma tu che parli, tu che ci tieni tanto nel criticare le cose che faccio ma tu in fondo mi conosci? Sai perché mi comporto così? Ma tu in fondo mi vuoi bene? Ma tu in fondo dove eri quando io piangevo?
Semi-stellare, ma con la luna di traverso, di tre quarti, ché a vedermi tutta, mi sentirei troppo piena. Resto così, stagliata nel buio, altera e meditabonda, lambita dai morsi di lupi che della notte fanno il loro tetro teatro ed io, teatrante, intono il loro canto e mi spezzo la voce da umana. Stonata, con le mie distorsioni eccessive.
Perplesso e disconnesso sogno amore cibo e sesso.