Helen Rowland – Matrimonio
Pensando al matrimonio, non è il legarsi a una donna che l’uomo teme: è il separarsi da tutte le altre.
Pensando al matrimonio, non è il legarsi a una donna che l’uomo teme: è il separarsi da tutte le altre.
Il divorzio è un sistema per mezzo del quale se due persone commettono un errore una sola delle due deve pagare per questo.
Perché la donna che diceva di amarmi aveva lasciato che la sua insoddisfazione mettesse artigli e lunghi denti e diventasse il mostro che poi ha finito per dividerci, invece che semplicemente e naturalmente rendermene partecipe? Perché non ci si capisce mai davvero? Perché ci si ama, si arriva a sentirci un tutt’uno con l’altra persona, come se davvero fossimo due metà di un unico insieme e poi un niente, un nonnulla o un nessuno, bastano per separarci di nuovo e farci tornare due unità separate, due sconosciuti, due ricordi, come se l’altro fosse soltanto una vecchia canzone che ci piaceva e che abbiamo a lungo ascoltato in un tempo lontano, ma di cui oramai ricordiamo a stento il ritornello?
Il matrimonio è l’unica guerra nella quale uno dorme con il nemico.
Il valore del matrimonio non è che gli adulti producono bambini, ma è che i bambini producono adulti.
Nessun uomo è felice, da sposato, se deve bere del gin peggiore di quello che era solito bere da scapolo.
Tutte le donne aspettano l’uomo della loro vita, però, nel frattempo si sposano.