Henry Louis Mencken – Morte
Morire per un’idea é indiscutibilmente nobile. Ma quanto più nobile sarebbe se gli uomini morissero per idee che sono vere.
Morire per un’idea é indiscutibilmente nobile. Ma quanto più nobile sarebbe se gli uomini morissero per idee che sono vere.
Non esistono argomenti noiosi. Solo scrittori noiosi.
C’è un gioco sottile nel risveglio. Una fase in cui la morte ti corteggia, lusingandoti, per protrarre il sonno e convincerti a non svegliarti mai più. La morte ha la prima mano. Ti presenta caleidoscopicamente ciò che ti attende non appena avrai aperto gli occhi. Di che sudare freddo in un letto caldo. Poi, ti fa una controproposta: ti invita a tenere gli occhi chiusi, come se tu fossi il testimone di un imminente delitto mafioso. Quindi, gioca la carta del torpore: un asso pigliatutto che si porta via i tuoi progetti per il passato, ramazza l’angoscia di un presente onnipresente come Dio, ti assicura che nel futuro, per tua fortuna, non ci sarai.
Detesto parlare della morte. Non ne ho la minima esperienza.
È bello essere citato tra Arthur Schopenhauer e Jim Morrison, tra Hermann Hesse e Victor Hugo. C’è un piccolo problema… sono tutti morti! Devo capire qualcosa?
Se è vero che Dio non esiste allora perché hai così paura della morte?
Non ho paura della morte, ma di morire.