Hermann Hesse – Desiderio
Molti di noi accarezzano i propri desideri invece di esaudirli.
Molti di noi accarezzano i propri desideri invece di esaudirli.
Che la religione, o il suo surrogato, sia ciò che profondamente ci manca, non mi è mai risultato così amaramente chiaro come fra i popoli dell’Asia.
Fu la mia città per prima che mi abbandonai. Oggi, le case sono, lì. Respirarne su di me l’odoroso. Qualche passo avanti e mi fermo. Chi si ricorda di me? Nessuno! Questa cosa mi fa ondolare d’ironia. Una striscia rovente sulla fronte. Una piccola promemoria di se stessa, che fa tremare nella coscienza, l’estremità di dissolvenza. Emigranti gli assomigliano alle rondine, nessuno non si dimentica della loro terra.
Punta a conquistare la luna se non ci sarai riuscita avrai comunque vagabondato tra le stelle.
Non chiedo tanto alla vita, non chiedo cose eclatanti. Chiedo che non mi tolga la speranza, che non mi pori via i sogni. Chiedo la salute per i miei cari, “la felicità per i miei figli”. Non mi serve oro e argento ma solo amore. Chiedo affetto, comprensione ma soprattutto rispetto. Ecco quello che chiedo.
Quelle labbra dannate, accese di quel fuoco, mi rendono ghiaccio che si scioglie alla sola sola vicinanza, mi portano in inferno e in paradiso e nella passione per pulire la mia anima non trovo soluzione.
La massima sofferenza e la suprema voluttà hanno un’espressione perfettamente simile.