Hermann Hesse – Libri
Con la psicologia si possono scrivere libri, ma non penetrare nel cuore di un uomo.
Con la psicologia si possono scrivere libri, ma non penetrare nel cuore di un uomo.
La felicità è amore, nient’altro.
L’altra notte sul terrazzo di casa abbiamo scrutato il cielo alla ricerca dell’eclissi di luna.Poi carichi d’emozione abbiamo allegramente optato per gli eclissati e i lunatici (come sempre, come non mai).
Paolo VI affida il trasferimento all’estero delle partecipazioni a un sacerdote e a un laico… già conosciuto da Montini quando era arcivescovo di Milano. Si chiama Michele Sindona. Porta i capitali della mafia. Il sacerdote che mastica di finanza ed è amico degli Usa si chiama Paul Marcinkus… è lo stesso Sindona a presentare a Marcinkus il banchiere Roberto Calvi… i tre arrivano a manipolare gli andamenti della Borsa di Milano con le società del Vaticano che finiscono a Calvi via Sindona… Viene eletto papa il patriarca di Venezia Albino Luciani, uomo di altissimo rigore morale… il giornalista Mino Pecorelli pubblica i 121 nomi di esponenti vaticani che sarebbero affiliati alla massoneria… Luciani intende far piazza pulita allo ior e trasferire tutti: Marcinkus, de Bonis, Mennini, de Strobel. Lo confida al segretario di Stato Jean Villot la sera del 28 settembre 1978. La mattina dopo il corpo senza vita di Giovanni Paolo i viene rinvenuto nel suo letto… Karol Wojtyla recupera la politica di Paolo vi e assicura a Marcinkus la continuità sull’indirizzo finanziario… l’Ambrosiano di Calvi rischia il crack… si scopre che i crediti dell’Ambrosiano riguardano le società estere legate allo ior… Il ministro del Tesoro Andreatta dispone la liquidazione del Banco Ambrosiano… Marcinkus gode della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II… dovuta soprattutto ai fondi per oltre 100 milioni di dollari che il Vaticano inviò al sindacato polacco Solidarnosc… Triplice mandato di cattura, emesso il 20 febbraio 1987 dalla magistratura milanese contro Marcinkus e i dirigenti dello ior Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel.
Il dolore è passato. La vita lo ha trasformato in qualcos’altro; dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato, lo si nasconde agli occhi del mondo come una mummia da custodire nel padiglione funerario dei ricordi. Passa anche il dolore provocato dall’amore, non credere. Rimane il lutto, una specie di cerimonia ufficiale della memoria. Il dolore era altro: era urlo animalesco, anche quando stava in silenzio. È così che urlano le bestie selvatiche quando non comprendono qualcosa nel mondo – la luce delle stelle o gli odori estranei – e cominciano ad avere paura e ululare. Il lutto è già un dare senso, una ragione e una pratica. Ma il dolore un giorno si trasforma, la vanità e il risentimento insiti nella mancanza si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza, e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato, riposto da qualche parte. È quel che accade ad ogni idea e passione umane.
Guai al libro che si può leggere senza interrogarsi per tutto il tempo sull’autore!
“Cocaina”, rispose “una soluzione del sette per cento. Vuole provarla?”