Ilaria Pasqualetti – Vita
Se le mura fossero di vetro e potessimo vedere, ci accorgeremmo che molto spesso ci lamentiamo per delle cavolate, mentre chi davvero soffre non riesce più neanche a farlo dalla disperazione.
Se le mura fossero di vetro e potessimo vedere, ci accorgeremmo che molto spesso ci lamentiamo per delle cavolate, mentre chi davvero soffre non riesce più neanche a farlo dalla disperazione.
E poi ci son quelli che ti cacciano dalla loro vita e ti fan credere che sia tutta colpa tua, quando le tue braccia, sebbene non aperte, eran lungo i fianchi in attesa di capire, pronte ad accogliere.
Lacrima il cielo in un giorno senza tempo, striscia su strade grigie e solitarie, in una pozza d’acqua si nasconde l’anima stanca.
Mi hanno sempre detto che il gusto della vittoria lasciava sulle labbra un sapore dolce di cui non avresti potuto fare a meno, ma questa vittoria ha un sapore amaro, amaro come quello di una sconfitta.
È passata un’altra notte, sembra che le cose stiano migliorando; l’aria non attraversa più come una spada le mie narici e la gola assurge ai suoi compiti, anche la voce sembra quella di un tempo e non più un’eco di caverna. Le rose sono venute in casa e si sono aggiustate in un capiente vaso di terracotta distribuendosi in parte nell’aria unitamente all’essenza di un pregnante eucalipto che fluttua in una tiepida tinozza. Questo mi evita il fatto di uscire e di prendere freddo.
Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici “perché” del mio respiro.
Cosa conta davvero nella vita non sono le parentesi, ma quello di saldo che ci metti dentro. Non contano le belle parole ma i gesti che le accompagnano. Contano le cose che restano, che lasciano qualcosa dentro. Contano le persone che scegli per farti circondare e quelle che le lasci la come un semplice contorno. Contano i sorrisi e le mani che la gente ti concede. Contano i passi che fai verso gli altri… Molto di più di quelli che fai verso te stesso. Vivere solo di se stessi insegna ad ignorare che esistono anche gli altri.