Indro Montanelli – Politica
Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato.
Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato.
Nel gioco del “se fosse” alla domanda: “se i politici fossero cibo cosa sarebbero” è stato risposto: “crema pasticciona”.
Ulula il vento ed infuria la tempesta. In questa situazione, nel recente passato, chi era al timone della malconcia navicella Italia, per salvare il salvabile, ha adottato delle misure cautelative alquanto opinabili. Piccole imprese, artigiani, ceto medio e la larga base dei lavoratori sono stati colpiti pesantemente dalla mannaia salva Italia. I grandi patrimoni sono stati “sapientemente” risparmiati e protetti. Le banche sono state “generosamente” aiutate. Questa strategia, darsi la zappa sui piedi, ha ovviamente prodotto i suoi frutti avvelenati e funesti. Adesso, che siamo chiamati ad esprimere il nostro voto alle urne, il responso dovrebbe essere univoco. Un passo falso e potremmo trovarci alla mercè della potente nazione tedesca.
Il vero problema della rivoluzione armata è cosa fare quando si è finito di distruggere.
Il politico chiede il consenso del popolo per andare ad ubbidire a chi comanda senza avere avuto il consenso di nessuno.
Non posso sottrarmi a un’assunzione di responsabilità verso la nazione. Confido che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità.
I magistrati scrivono troppi libri e parlano molto fuori dai tribunali, ma vedendo le motivazioni di certe sentenze e gli esiti di alcune indagini forse questo è il male minore.