Luciano Meran Donatoni – Internet
La dipendenza da internet ci fa avvicinare le persone lontane però ci fa allontanare dalle persone vicine.
La dipendenza da internet ci fa avvicinare le persone lontane però ci fa allontanare dalle persone vicine.
La comodità della ricerca online, farà gradualmente scomparire gli oggetti se non presenti su internet.
Se, in effetti, Internet ha molto da offrire a chi sa ciò che cerca, è anche in grado di completare la stupidità di chi naviga senza bussola.
La curiosità, la voglia di sapere, le stimola il libro, internet permette di approfondire ciò che abbiamo preso da un libro, questo chi è passato dal nulla ad internet, forse non lo può capire.
Una qualsiasi persona della generazione di oggi pensa di ottenere tutto ciò che si vorrebbe molto facilmente. Quindi egli viene invogliato e bombardato da internet e ragazze facili. Conosciamo ragazze ma senza provare il sentimento di amare la partner in questione. Quando poi sappiamo benissimo che non e il corpo che soddisfa il cuore ma soddisfa solamente la mente. Ragazzi io come voi sono un ragazzo comune con i miei alti e bassi nella mia vita sociale. Ma giuro vorrei tanto rincontrare quel pensiero che mi opprimeva la mia mente. Quel sentimento che mi donava la voglia incondizionata di rimanere accanto alla mia partner pur standola solo accanto mi appagava sia la mia mente che il mio cuore. Pur sapendo che questo evento non sarebbe durato per tutta la mia vita.
Ti rendi conto poi un giorno che stare ospiti da qualcuno che ha un computer con internet e chiedere di usarlo, è come chiedere di andare in bagno. Non cambiano le esigenze degli altri, cambia solo il fatto che quando il computer è il tuo e stai nella tua dimora ti senti il padrone anche dello sciacquone che si tira!
Ci sono dei momenti in cui, senza Internet, anche i non solitari morirebbero di solitudine.
Internet sta diventando un cervello artificiale, e noi, siamo i neuroni.
Internet: privacy a rischio totale. Comincio a pensare che forse è ora di iniziare a fare la spia di noi stessi.
Anno 500.000 a. C. Scoperta del fuoco.Anno 30.000 a. C. Linguaggio. Anno 3200 a. C. Scrittura.Anno 3000 a. C. Anestesia.Anno 600 a. C. Proprietà elettriche. Anno 144 a. C. Acquedotto romano. Anno 1769. Primo veicolo a motore. Anno 1869. Dna. Anno 1905. Energia fotovoltaica. Anno 1942. Computer. Anno 1953. Trapianto organi. Anno 1962. Internet. Anno 1969. Uomo sulla Luna. Anno 2000. Genoma Umano. Anno 2005. Clonazione. Anno 2013. Ventiquattromila bambini, ogni giorno, muoiono di fame. Anno 547 a. C. i ragionamenti corrispondevano a un sistema di pensiero che Aristotele iniziò ad elaborare in base a qualcosa che chiamò “logica”.
Questi giorni sono rimasto ad osservare. Avrei preferito non farlo. L’unica cosa che sono riuscito a vedere è il niente che avanza inesorabile inghiottendo al suo interno tutto ciò che incontra lungo la via. Il niente che assorbe l’intelligenza, la speranza, il senso di comunità. Presidenti della Repubblica che sono stati riconfermati come ultima spiaggia per poter risollevare il paese dalle macerie che loro stessi hanno contribuito a generare. Comici che si spacciano per politici e che chiamano le masse alla “marcia su roma” per poi (dopo aver visto che erano 4 gatti come da lui stesso pronosticato) non presentarsi. Casi umani disperati, che tentano di uccidere altri esseri umani, essere giustificati ed essere presi ad esempio come risultato della mala-politica. Il niente culturale, politico, sociale e morale determinato dal qualunquismo e dai benpensanti dell’informazione che sempre più è diventata formazione. L’occupazione della rete da parte di chi crede che internet sia “cosa” loro con la sistematica denigrazione dell’opinione altrui. Eppure credo e voglio credere che anche in questa notte vedremo spuntare la luna dal monte che ci rischiarerà il cammino.
È molto facile grazie a internet che è un ottimo contenitore di informazioni e ottimo mezzo di comunicazione, se usato onestamente e per buoni scopi, scoprire se ciò che viene scritto è frutto di un copia-incolla.
Ci sono volte in cui si rimane immobili a fissare il display del cellulare mentre il cuore batte come i tamburi di una festa tribale. Sono momenti, questi, in cui ci si accorge di quanto si è impotenti di fronte a dei sentimenti troppo grandi.
Tempi moderni: amici in casa (social network), telefonino al posto della testa (selfie) e bollette da pagare (calcioscommesse).
Ci sono giorni in cui vorrei che la mia vita fosse in standby.
Il virtuale è solo lo specchio dove riflette la vera anima di chi si mostra, perché non ha filtri e tutti si sentono liberi di essere ciò che sono o che hanno sempre sognato di essere.
Riccardo Schiara è come la password wi-fi del vicino: lo scopri una volta e poi non lo abbandoni mai.