Iris Di Carlo – Speranza
Ho accettato di essere debole e vulnerabile. Ora mi sento libera, mi sento viva.
Ho accettato di essere debole e vulnerabile. Ora mi sento libera, mi sento viva.
Continuo a leggere quel grazie, sai mi fa piangere, eppure è un grazie! Ma con tanta freddezza, un grazie che non dice grazie, un grazie di convenienza e di parvenza, un grazie di circostanza, un grazie tanto per dirlo o meglio tanto per scriverlo, perché è facile rispondere con un grazie e tutto finisce là. Ti sei messo a posto la coscienza, ci spero sempre io perché grande è il mio amore per te, e mi accontenterò anche di quel grazie che non è grazie.
Viviamo nell’intervallo tra sogni che nascono e sogni che muoiono. Quell’intervallo si chiama speranza e quest’ultima non è vero che è l’ultima a morire anzi muore ogni giorno con una lacrima e risorge ogni giorno con un sorriso. Ciò che ci tiene in vita non sono i sogni che abbiamo realizzato ma la capacità di continuare a sognare.
Quando si smette di credere iniziamo a sperare. Quando smettiamo di sperare abbiamo finalmente capito.
La speranza rende liberi.
Le panchine vivono la solitudine, sognando un incontro.
C’è sempre una goccia di speranza all’interno di una lacrima.