Isabel Milù – Acqua
Quando tutto va male, molto male, cibarsi della sventura altrui è come bere da una sorgente avvelenata.E qualche veleno è mortale.
Quando tutto va male, molto male, cibarsi della sventura altrui è come bere da una sorgente avvelenata.E qualche veleno è mortale.
Come Adamsberg vorrei giocare con un ramo nella Senna e aspettare la mia Camille. Lei c’è e sente quello che sento io.
Chi non beve vino che patisca la sete.
Dopo l’odio non resta l’amore. Ecco, forse non resta proprio niente.
L’acqua è come l’artista: evanescente, trasparente, gorgogliante, ghiaccia e bollente, toccabile, accarezzabile, coccolabile ma imprendibile. L’acqua ti avvolge ma tu non riuscirai mai imprigionarla. L’acqua sfugge tra le maglie delle catene, scivola tra le dita: per cantare libera tra le rocce dei canyon, tra gli alberi dei boschi, nei letti dei fiumi, dal rubinetto di casa tua. L’acqua è come la poesia: qualsiasi cosa canta nei suoi versi, sempre indomabile rimane.
La trasgressione non è un gioco, è un sentimento di pieno che non sai controllare, che gestisci a fatica e ti trascina con sé.
Mi limito a guardare gli altri che, nell’acqua, indossano una maschera per toglierne un’altra, per essere se stessi in un posto che non ti giudica dal numero di parolacce che dici al giorno, se menti o se non credi in Dio. Ti parla nel silenzio e tu nel silenzio l’ascolti e rispondi.