Italo Calvino – Figli e bambini
Credo alla pedagogia repressiva. Con i ragazzi bisogna essere duri.
Credo alla pedagogia repressiva. Con i ragazzi bisogna essere duri.
Basta niente, in questo periodo, per farmelo tornare in mente. Non fa che insinuarsi tra i miei pensieri, anche la notte, schiacciato come un fiore appassito fra le immagini di Hanna ed Emmeline e Riverton: il mio nipotino. Fuori del tempo e fuori posto. In certi momenti è il bimbo di tanti anni fa, con la pelle tenera e gli occhi sgranati, subito dopo l’uomo che è oggi, svuotato dall’amore perduto. Vorrei rivedere il suo volto. Toccarlo. Il suo bel volto, cesellato, come ogni altro volto, dall’abile mano della storia. Decorato dal colore dei suoi avi, da un passato che conosce appena. Un giorno tornerà, su questo non ho dubbi, perché la casa è una calamita capace di risucchiare anche il più sbandato dei figli, ma non so se sarà domani o fra anni.
Femmine un giorno e poi madri per sempre, nella stagione che stagione non sente!
Mai nessuna bugia potrà nascere dal sorriso di un bambino.
Un figlio è la dolce ossessione di ogni mamma.
Non c’è investimento migliore del mettere latte dentro i bambini.
Quindi figlio unico giocavo a palla da solo contro il muro e qualche volta paravo, avevo anche una mania: provavo a sentirmi sempre libero.