Italo Calvino – Paura & Coraggio
È dell’uomo attendere. Dell’uomo giusto, attendere con fiducia; dell’ingiusto, con paura.
È dell’uomo attendere. Dell’uomo giusto, attendere con fiducia; dell’ingiusto, con paura.
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.- Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
Più del cibo sprecato, mi indigna chi butta i suoi sogni nella monnezza. Vorrei avessi il coraggio di confrontarti, una buona volta, fuori dalle quattro mura di casa tua.
Anche io ho paura, ho paura di sbagliare, ho paura che il mio impegno non possa bastare, ho paura che ciò che tengo saldamente nelle mie mani mi scivoli via come sabbia fra le dita. E queste paure a volte mi tengono sveglia, non mi fanno dormire, e mi viene voglia di mollare tutto, di tornare indietro di lasciarmi andare, ma poi è la luce del mattino che mi ricorda che ho un nuovo giorno e che tutto io posso cambiare.
Le persone non hanno paura a dire “ti amo” o “ti voglio bene” ma ad ascoltarne la risposta.
Ammiro e rispetto quelle persone che non si fermano davanti a niente e nessuno.
Guarda la paura, dille che la temi, stringile la mano e prosegui a camminare senza indugio.
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.- Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
Più del cibo sprecato, mi indigna chi butta i suoi sogni nella monnezza. Vorrei avessi il coraggio di confrontarti, una buona volta, fuori dalle quattro mura di casa tua.
Anche io ho paura, ho paura di sbagliare, ho paura che il mio impegno non possa bastare, ho paura che ciò che tengo saldamente nelle mie mani mi scivoli via come sabbia fra le dita. E queste paure a volte mi tengono sveglia, non mi fanno dormire, e mi viene voglia di mollare tutto, di tornare indietro di lasciarmi andare, ma poi è la luce del mattino che mi ricorda che ho un nuovo giorno e che tutto io posso cambiare.
Le persone non hanno paura a dire “ti amo” o “ti voglio bene” ma ad ascoltarne la risposta.
Ammiro e rispetto quelle persone che non si fermano davanti a niente e nessuno.
Guarda la paura, dille che la temi, stringile la mano e prosegui a camminare senza indugio.
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.- Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
Più del cibo sprecato, mi indigna chi butta i suoi sogni nella monnezza. Vorrei avessi il coraggio di confrontarti, una buona volta, fuori dalle quattro mura di casa tua.
Anche io ho paura, ho paura di sbagliare, ho paura che il mio impegno non possa bastare, ho paura che ciò che tengo saldamente nelle mie mani mi scivoli via come sabbia fra le dita. E queste paure a volte mi tengono sveglia, non mi fanno dormire, e mi viene voglia di mollare tutto, di tornare indietro di lasciarmi andare, ma poi è la luce del mattino che mi ricorda che ho un nuovo giorno e che tutto io posso cambiare.
Le persone non hanno paura a dire “ti amo” o “ti voglio bene” ma ad ascoltarne la risposta.
Ammiro e rispetto quelle persone che non si fermano davanti a niente e nessuno.
Guarda la paura, dille che la temi, stringile la mano e prosegui a camminare senza indugio.