Jean-Paul Malfatti – Stati d’Animo
Se la pazienza è un tesoro, la mia vale oro!
Se la pazienza è un tesoro, la mia vale oro!
Il vento degli insulti porta con sé sempre una giusta soddisfazione.
Sentivo che non sarei più stata me stessa, perché ora tu eri in me.
Odiare io? No, non mi piace perdere tempo a pensare a certe persone, preferisco occuparlo ad amare quelle che valgono.
La natura regala ai nostri giorni albe incantevoli. Poi purtroppo si sveglia l’uomo.
L’ottimismo è un giardino dove ogni mattina sbocciano i fiori della speranza, e diffondono l’odore benedetto del buonumore.
Selvagge, impetuose, le emozioni entrano sotto pelle con barbara veemenza, espugnando l’orgoglio, depredando respiri. Poi fuggono in ritirata tra i silenzi di macerie e ceneri. Ovunque brandelli d’anima, schegge di utopia, nubi impenetrabili di nostalgia.
Il vento degli insulti porta con sé sempre una giusta soddisfazione.
Sentivo che non sarei più stata me stessa, perché ora tu eri in me.
Odiare io? No, non mi piace perdere tempo a pensare a certe persone, preferisco occuparlo ad amare quelle che valgono.
La natura regala ai nostri giorni albe incantevoli. Poi purtroppo si sveglia l’uomo.
L’ottimismo è un giardino dove ogni mattina sbocciano i fiori della speranza, e diffondono l’odore benedetto del buonumore.
Selvagge, impetuose, le emozioni entrano sotto pelle con barbara veemenza, espugnando l’orgoglio, depredando respiri. Poi fuggono in ritirata tra i silenzi di macerie e ceneri. Ovunque brandelli d’anima, schegge di utopia, nubi impenetrabili di nostalgia.
Il vento degli insulti porta con sé sempre una giusta soddisfazione.
Sentivo che non sarei più stata me stessa, perché ora tu eri in me.
Odiare io? No, non mi piace perdere tempo a pensare a certe persone, preferisco occuparlo ad amare quelle che valgono.
La natura regala ai nostri giorni albe incantevoli. Poi purtroppo si sveglia l’uomo.
L’ottimismo è un giardino dove ogni mattina sbocciano i fiori della speranza, e diffondono l’odore benedetto del buonumore.
Selvagge, impetuose, le emozioni entrano sotto pelle con barbara veemenza, espugnando l’orgoglio, depredando respiri. Poi fuggono in ritirata tra i silenzi di macerie e ceneri. Ovunque brandelli d’anima, schegge di utopia, nubi impenetrabili di nostalgia.