Jean-Paul Malfatti – Vita
La vita è un rodeo atipico e versatile. Chi oggi fa il cowboy, domani potrà fare il cavallo.
La vita è un rodeo atipico e versatile. Chi oggi fa il cowboy, domani potrà fare il cavallo.
La strada è stata la migliore delle insegnanti. Dopo la “scuola” cominciava quella vera, ed eravamo lì a imparare dai più grandi come “arrangiarsi” per tirar su due soldi, oppure a prendere le prime cotte nella triste luce del tramonto spenta tra i palazzi. E ancora a passare la notte a fare ragazzate della peggior specie, per poi correre come dei matti a nascondersi quando l’avevamo fatta grossa. Ognuno di noi è uno stadio dove si gioca la più importante delle partite, quella della vita. E non ci sono bei campi verdi ed illuminati, tifoserie, trofei, televisioni, contratti, modelle e valigette piene di soldi. Non ha importanza quanta gente ci sia o meno sugli spalti a gridare il tuo nome. In palio c’è il rispetto e la dignità, e la vita non aspetta queste boiate.
È un destino strano questo. Compare in veste di unico responsabile quando la vita va a rotoli, ma è assente quando tutto va per il giusto verso in quanto ci riteniamo gli unici artefici dei nostri successi.
La vita è fatta di scelte e in questa frase non c’è nulla di rivoluzionario o di speciale. Da quando siamo piccoli siamo costretti ad effettuare scelte giorno dopo giorno, alcune in maniera consapevole altre in maniera inconscia, eppure siamo soggetti a questo ciclo continuo di cambiamenti che la Vita ci propone e che noi dobbiamo affrontare. Anzi è proprio nello scegliere che ribadiamo il concetto di essere liberi, perfettamente consapevoli dei nostri desideri e delle nostre voglie. Facciamo in modo che tutto ruoti intorno alle nostre esigenze e ce la prendiamo ogni volta che qualcuno decide per noi e ci impone scelte che non condividiamo. Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui scegliere non è legato solo al capire di cosa ho voglia e fare in modo di ottenerlo, ma è legato al fatto di capire e scegliere che tipo di persona voglio essere e cosa voglio diventare. Io ho scelto di essere felice! Detta così sembra un po’ una banalità, ma è stata la scelta più importante della mia vita. Ho scelto di essere felice a priori andando alla ricerca di quelle cose che mi facessero realmente felice. Non parlo di soddisfazioni, magari date da tutto un contesto di cose che puoi ottenere, parlo della felicità alla stato primordiale. Per arrivare ad essere felice ho dovuto comunque attraversare un percorso ben preciso… quel tipo di percorso che ti rende una persona libera. Un percorso fatto di domande sincere e di risposte precise affrontate con coraggio ed umiltà. Questa libertà mi ha concesso l’opportunità di cercare la mia felicità e con gran sorpresa ho scoperto che la felicità esiste ed è proprio dietro l’angolo, anzi, per essere più precisi, è dentro se stessi. Non è una frase egoistica, né tanto meno ricca di supponenza, è semplicemente una frase che racchiude quello che penso. Per essere felici bisogna essere liberi e per essere liberi bisogna amarsi, avere rispetto di se stessi e darsi l’opportunità di vivere col cuore aperto. Per me è stato così: nel momento in cui ho deciso di aprirmi il mondo, di credere nella felicità e di ricercarla, ma senza il ricatto di ottenerla velocemente, allora, in quel preciso momento, la mia vita è cambiata e ho scoperto cosa vuol dire “felicità”. Nel momento in cui non mi sono vergognato delle mie debolezze, dei miei desideri, delle miei emozioni, ho cominciato a vivere. È una condizione particolare, a volte pensi di essere scemo, a volte ti prendi troppo sul serio, altre invece ti fai tenerezza ed in alcuni casi compassione, ma in ognuno di questi stati dell’essere, ti senti sempre fiero di essere te stesso. Posso dire con certezza che nel momento in cui ho tolto le mie maschere e ho deciso di vivere per quello che sono, con i miei limiti e le mie insicurezze ho riscoperto il sentimento di cui ho più stima in assoluto e che ho sempre ricercato: l’Amore, e da quel momento la mia vita ha preso un’altra piega, un altro corso, qualcosa di unico e inesplorato, un viaggio che non avevo mai fatto, una musica che non avevo mai ascoltato, un’emozione così grande che diventa difficile contenerla. Ho scelto di fare questo viaggio e di affrontarlo con tutto me stesso, perché è solo così che so vivere, intensamente, senza dimenticare ciò che sono stato, ma guardando sempre sinceramente cosa voglio essere e cosa voglio vivere. Inizia qui il mio viaggio più bello ed intenso che abbia mai compiuto e non vedo l’ora di scoprire questo tragitto giorno dopo giorno, con la speranza che possa durare in eterno. Tutti desiderano sognare e sperare: io ci sto riuscendo, ed è un’emozione unica.
Vago, perso e misero, ricercatore di semplici aspetti ormai svaniti. Ricerca disperata la mia, vorrei un senso, vorrei vedere attraverso questo esistere, i volti… attraverso i quali sguardi riluce la semplicità di un’azione, che magari non ha motivazione di estraniarsi dal bene. Ricerco il mio essere uomo tra questi cocci di speranze, trovando solo maschere che in questa vita illusoria si affinano in anime che credono il loro agire sia giusto, eppure, il contorno, parla solo e in ogni occasione dell’Amore. Lo narra l’uccelletto che dinanzi all’alba gli dedica il suo melodioso canto, come il proclamare della rinascita in tutte le forme viventi, il loro moto è l’amore… non hanno pigrizie, il mare mai ferma il suo ondeggiare, mentre il giorno e la notte s’inseguono in un dolce conseguire. Noi in tutto questo che rappresentiamo? Chi siamo noi? Gli esseri eletti di Dio, i proclamatori di che cosa? Non abbiamo più passato, non abbiamo più nome, crediamo ma forse in realtà non siamo mai esistiti, perché in quella fede noi non figuriamo! Perché in Dio più non confidiamo.
La vita é tediosa come una storia già raccontata che tormenti l’orecchio assopito di un uomo insonnolito.
Ama il dolore perché è mezzo di espiazione.