John Fitzgerald Kennedy – Ipse dixit
Ich bin ein Berliner.
Ich bin ein Berliner.
Scrivere con la trasparenza dell’acqua e la prepotenza del fuoco.
Il sabato sera in TV è morto. Mi candido per il lunedì sera.
Il cliente, il pubblico, è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente.
La mia vita è una dieta. Il mio peso dovrebbe essere attorno ai 60 chili, 42 di taglia. Se scendo a 59 chili mi casca la faccia. Se salgo a 63 chili in tv sembro una balena. Il mio problema è il sedere. E poi i vestiti.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.
L’ignoranza è una colpa.
Scrivere con la trasparenza dell’acqua e la prepotenza del fuoco.
Il sabato sera in TV è morto. Mi candido per il lunedì sera.
Il cliente, il pubblico, è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente.
La mia vita è una dieta. Il mio peso dovrebbe essere attorno ai 60 chili, 42 di taglia. Se scendo a 59 chili mi casca la faccia. Se salgo a 63 chili in tv sembro una balena. Il mio problema è il sedere. E poi i vestiti.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.
L’ignoranza è una colpa.
Scrivere con la trasparenza dell’acqua e la prepotenza del fuoco.
Il sabato sera in TV è morto. Mi candido per il lunedì sera.
Il cliente, il pubblico, è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente.
La mia vita è una dieta. Il mio peso dovrebbe essere attorno ai 60 chili, 42 di taglia. Se scendo a 59 chili mi casca la faccia. Se salgo a 63 chili in tv sembro una balena. Il mio problema è il sedere. E poi i vestiti.
Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.
L’ignoranza è una colpa.