John Gneisenau Neihardt – Tristezza
È nell’oscurità dei loro occhi che gli uomini si perdono.
È nell’oscurità dei loro occhi che gli uomini si perdono.
Piove, il pantano disorienta il viandante, le sue impronte vengono miscelate e confuse, il cammino si fa più faticoso; mentre l’ignoto domina impossessandosi del sentiero prescelto.Dal fuoco che arde da tempo, si alza un maleodorante fumo grigiastro, la presenza del nulla è palpabile e da segnali di soffocamento, che lo fa rimanere inerte dinnanzi alla fine del viaggio.Il fuoco s’indebolisce inesorabilmente, non gli resta che alzare dignitosamente il capo guardando il continuo precipitare, aspettando un nuovo vento.Ricordandosi che ogni fine, non è altro che un nuovo inizio.Noi mortali necessitiamo di alimentarci dal fuoco dei sentimenti.
È facile nascondere la tristezza con un sorriso, ma nascondere la felicità è quasi impossibile.
Delle grandi cose che vedo non provo il minimo piacere perché so che sono meravigliose, ma non lo sento.
La tristezza è causata dai ricordi della felicità.
Giorni grigi e inutili si susseguono, il tempo brucia i fogli del calendario appeso alla parete della stanza dove mi nascondo agli occhi del mondo. Mi sento debole e inutile, senza la forza per credere di nuovo in me stesso e nella mia vita. Stanco di combattere e di cercare di dare un senso a questa mia vita spenta, vuota e insignificante mi arrendo al destino è hai suoi brutali pugni.
La solitudine mi ha fatto doppia perché io non fossi più mancante dell’altro. È attraverso l’altra voce dentro me che mi faccio compagnia: scissa, ma unita; rotta, ma intera; una, ma non una.