John Keats – Stati d’Animo
Le parole più belle son spesso quelle non dette, quelle che naufragano nei silenzi.
Le parole più belle son spesso quelle non dette, quelle che naufragano nei silenzi.
Definirmi nervosa quando mi si vede in questo stato, non è un termine appropriato, il termine esatto è “incazzata” va bene anche delusa dal comportamento di certe persone.
Non capisco perché quando ti senti triste, tutti quelli intorno a te restano indifferenti.
Lascia il segno, regala positività, sorrisi e speranza. La rabbia non aiuta a vincere, essa rallenta solo la tua lucidità, la tua capacità di capire quale sia la cosa giusta da dire, da fare, respira, asciuga le lacrime, manda giù l’ennesimo boccone amaro e ricomincia!
Non si perde niente, perché niente ci appartiene, ma almeno non demoliamo questi scenari meravigliosi, non togliamo al nostro prossimo la possibilità di innamorarsi dinanzi ad un mondo che solo amore infonde.
In fondo, ognuno di noi, è il frutto delle proprie esperienze. Segni indelebili che nel tempo, hanno segnato in maniera distintiva, le nostre vite e con esse, le loro percezioni.
Anche quando voci estranee riempiono l’aria e si avverte il silenzio. Quando ci soffermiamo a pensare, guardando senza vedere e ci perdiamo. Se appoggiando le mani sulla tastiera, ci sembrano di burro. Quando non possiamo fare a meno di aspettare una crepa nell’orgoglio, il suo, e la porta resta chiusa. Anche quando ci illudiamo che messaggi sublimali ci appartengono, ma sono scritti per il vento. Quando allunghiamo le braccia per regalare tepore ma fendono soltanto l’aria, procurandoci vertigine. Quando aspettiamo una voce che sappiamo essersi persa nell’eco di un perché, e ci nasce un groppo in gola. Ecco, tutto questo è sentire un vuoto.